Credo che il nostro sia diventato uno mondo pieno di controsensi. Di fronte alla noncuranza dei più, molti nostalgici invocando quel fatidico “ai miei tempi…”, dando colpa del declino alla società alla politica, ai valori smarriti e, comunque, solo e sempre “agli altri”. Conosce anche lei qualche nostalgico?
E chi sono poi “questi altri” ai quali si riferiscono?In soccorso al mio pensiero, è arrivato l’altra sera uno spunto da amici. Questa coppia di cinquantenni, raccontava che alle undici e mezza di sera del 31 Ottobre, si sono presentati alla porta di casa i quattro ragazzini che abitano al secondo piano del loro stabile: annunciandosi al campanello “con lunghi trilli” e “a più riprese”. Aprendo di sobbalzo l’uscio, l’immediato strillo: “Dolcetto o scherzetto?”… Alle loro spalle, ammiccante con un sorrisetto, il padre di due dei quattro ragazzini. La mia amica si chiedeva…ma può essere che quel signore sia proprio quello che non ci fa mai gli Auguri alle feste comandate e grugnisce in risposta ai nostri saluti? E poi: può essere che quei quattro ragazzini siano proprio quelli che ci chiudono regolarmente in faccia la porta d’ingresso, non degnando alcun nostro “Ciao!”? Si, sono proprio loro!
Che strano potere ha una festa anglosassone che recupera le proprie origine da ricorrenze celtiche.Altro che il Santo Natale, la Buona Pasqua e soprattutto la buona creanza tra vicini… Ridacchiando amaro, mi sono tornati alla mente alcuni flash “dei nostri tempi”…la signora imborghesita che porta al ristorante e ragiona con il suo Fuffi, infastidita da una disabilità che pranza tre tavoli più in là; una tavolata di undici adulti intenta a ridere e turarsi le orecchie, difendendosi dalle prolungate percussioni prodotte dalla batteria giocattolo del piccolino di casa; le taglienti accuse ai politici avanzate da professionisti dell’evasione fiscale e da falsi invalidi…
Ma chi sono allora “gli altri”, se non “noi”?Anche al lavoro sento tante lamentele. Molti fornitori mi confessano, affranti, che “non ci si capisce più niente…”, che “il mercato non è più quello di un tempo…” e che “i clienti sono cambiati…”. Ma davvero? Il mercato e i clienti sono cambiati causa pazzia collettiva o i fornitori hanno favorito in un qual certo modo questi strani fenomeni?
Non può essere forse che il mercato e i clienti si siano semplicemente adeguati alle logiche imposte dai fornitori?Ci ha mai riflettuto? Lamentandoci in qualità di fornitori, varrebbe forse la pena rammentarci che tipo di servizio riceviamo ormai da anni in veste di clienti. Credo davvero, con amarezza, che il mercato ha i clienti e i fornitori che si merita! Il tempo è danaro, e il danaro serve sempre di più. Ma solo tornando a essere fornitori capaci di investire del tempo nella comprensione del cliente, che ci auguriamo desideri essere compreso, potremo tornare a essere a nostra volta, prima o poi, anche dei clienti più soddisfatti.
Questa riflessione in CP Software cerchiamo di non dimenticarla mai.Il resto? E’ pane per nostalgici!