Oggi desidero condividere una ulteriore riflessione: l’abuso degli inglesismi all’interno delle nostre giornate.
Se gli acronimi tendono fondamentalmente a codificare in sigle terminologie complesse, mal tollero il bisogno di ricorrere così frequentemente all'impiego di parole prese in prestito da un altro vocabolario.
Non che sia un nazionalista convinto, non sono infastidito per questo, ma per la ragione che credo alla base del fenomeno.
Se n’è mai fatto un’idea?
Intuisce a cosa mi riferisco?
Pensi per un attimo al cibo…
Al mare, da bambino, non mi ero mai reso conto, ad esempio, che i paffuti tedeschi che albergavano con noi, stessero consumando continental breakfast: io li ricordo solo divorare qualunque cibo a colazione...
Le “Ore liete”, sono state per molti di noi fra i biscotti in scatola preferiti, prima ancora di “frantumarsi” nei mondani Happy hour che hanno sostituito, prima di cena, l’aperitivo e le quattro patatine sotto casa.
E se poi la domenica ti alzi tardi e confondi, come diceva la mamma di un mio amico, “la colazione con il pranzo”, non devi mica sentirti uno sfasato, ma un ricercato consumatore di brunch … senza farci mancare nemmeno l’acronimo!
E abbiamo parlato solo di cibo, lascio a lei proseguire…
Credo davvero che gli inglesismi vengano impiegati per farci sentire più forti, più attraenti, più di tendenza e al passo con i tempi. Mitigando, e a volte mascherando, i nostri limiti e le nostre insicurezze.
Ma quel che trovo più buffo, è che l’inglesismo produce il più delle volte l’effetto sperato, condizionando lo stile di vita o le scelte di migliaia di persone. Quasi esercitando una globalizzazione del pensiero.
Anche l’informatica non è scevra da questo fenomeno.
Se da tempo gli acronimi sintetizzano gli inglesismi della gran parte delle applicazioni dipartimentali (come ad esempio ERP, MES, BI, ECM e CRM), ve ne sono di nuovi che richiamano in termini più o meno suggestivi le architetture di servizio a disposizione delle imprese.
Ad esempio mi chiedo: Cloud è davvero una nuvola?
Se ne parla correttamente?
E’ davvero l’architettura di servizio utile a tutte le imprese che vogliono mantenersi al passo con i tempi, o la sua adozione e la sua utilità va accuratamente valutata?
In CP Software crediamo che un progetto vincente debba proporre la soluzione più adatta all’obiettivo cliente, esprimendo concretamente termini di valore che prevalgano Strumenti e architetture.
Il modo più vecchio, e forse ancora il più innovativo, per essere un fornitore e un partner tecnologico al passo con i tempi.
Quindi quale sarà, a mio modesto parere, il trend del prossimo anno?
Forse "parla come mangi” ...