Il mio ultimo post ha ricevuto apprezzamenti e critiche in egual misura.
Ha avuto modo di leggerlo? Come lo giudica?
Mi fa sempre piacere ricevere dei feedback, mi permette di capire che l’argomento è risultato di interesse, e quindi proseguo nel mio ragionamento cercando in particolare di seguire gli spunti offerti da chi mi ha criticato.
La mia idea, dopo 30 anni di informatica, è che la tecnologia non è e non può essere una moda, non si può scegliere sulla base di pulsioni emotive o desideri di emulazione.
Almeno quando si parla di soluzioni per le imprese.
Che tanti vogliano sfoggiare l’ultimo tablet o l’ultimo smartphone, spesso avvolti in custodie che costano il doppio del custodito, bé questo rientra nelle scelte personali, nella ricerca del bello, sempre soggettivo.
Ma nelle imprese, gli strumenti informatici devono essere pensati e scelti nell'ottica di soddisfare bisogni che sono strettamente collegati alla finalizzazione degli obiettivi aziendali, a supporto dell’attività svolta, delle scelte strategiche, del controllo di gestione. Tutte cose che non è facile portarsi appresso nel locale dell’aperitivo …
Ma se si vuole davvero investire consapevolmente su ciò che ci serve (e ciò che serve ad una azienda non è detto che serva ad un altra), è bene ci sia chiarezza nei termini, capire il significato dei tanti acronimi che spesso generano confusione.
Quando sento parlare di Cloud, tornando al tema del post di un paio di settimane fa, mi accorgo che è diventata abitudine consolidata definire con quello che è un termine decisamente vago, modalità profondamente diverse tra loro di intendere un insieme di soluzioni che si basano sulla gestione remota di applicazioni e infrastruttura tecnologica.
Voglio tentare di fare chiarezza, con semplicità, limitandomi ad elencare brevemente una serie di definizioni, che qualcuno troverà semplicistiche, e proprio per questo comprensibili, che mi auguro possano essere di aiuto ai più.
Può interessarla?
Tradizionalmente, Internet è rappresentato con una nuvola, non a caso quindi si è pensato di definire come Cloud Computing quella risorsa IT che consente la fruibilità a richiesta, condivisa e che risiede in data center scalabili, cui si può accedere da qualunque dispositivo connesso ad Internet. Questa è la mia definizione, forse letta da qualche parte, ma in realtà non esiste né una definizione univoca né uno standard di riferimento; per questo a mio parere si è fatta confusione sul Cloud. Mi sento però di condividere quanto letto qualche tempo fa in un documento tecnico Telecom: “…. affinché una soluzione sia fornita in modalità Cloud, deve rispondere a dei principi ben precisi: IT as a Service, Capability On Demand, Pay Per Use, Multi-Tenancy, Self Service e Virtualizzazione.”
Oltre a condividere un punto di vista che trovo interessante, riportando questa frase ho soddisfatto chi contesta la mia avversione per gli inglesismi …
Per chiudere, desidero aggiungere ancora tre sigle usate per definire tre modelli di offerta che sono riconducibili al Cloud Computing, vediamoli:
Saas (Software as a Service), ovvero software come servizio. Per definizione identifica applicazioni software ospitate in data center terzi ed eseguite attraverso Internet come servizi. Un esempio da tutti conosciuto di una applicazione di questo tipo è Gmail di Google, ma anche una delle soluzioni ERP offerte da CP Software è un innovativo esempio di soluzione completa offerta in modalità SaaS.
IaaS (Infrastructure as a Service), ovvero infrastruttura come servizio. Si definisce con questo acronimo l'offerta in forma di servizio di risorse strutturali, in pratica un servizio IaaS corrisponde ad una macchina virtuale che l'utente può configurare nel tempo secondo le proprie esigenze in modalità pay-per-use. Le soluzioni di Cloud Computing IaaS sono indicate per le aziende che possiedono al loro interno competenze informatiche in grado di gestire e configurare risorse virtualizzate.
PaaS (Platform as a Service), ovvero piattaforma come servizio. In questo caso il servizio offerto a mezzo Internet sono piattaforme software remote sulle quali amministratori IT e programmatori possono sviluppare e sperimentare applicazioni. Si tratta di soluzioni oggi sempre più comuni tra quelle utilizzata dalle software house.
Infine, e concludo, se pensiamo di migrare le nostre applicazioni software convenzionali in soluzioni in Cloud, è certamente necessario analizzare e capire gli obiettivi che intendiamo raggiungere e definire il percorso più opportuno, ma è per prima cosa indispensabile avere la certezza che tutti i nostri utenti, in mobilità o presso una sede fisica, siano perfettamente collegati a Internet, con connessioni ad alta affidabilità e prestazioni adeguate alle mansioni, definendo le corrette prassi di sicurezza a garanzia di disconnessioni per periodi di tempo significativi, senza dimenticarsi, fondamentale, di calcolare il tempo di recupero dell’investimento, ROI, atteso.
In tutto questo, l'approccio di CP Software è di orientare i propri Clienti verso l’adozione dell’architettura di sistema più adatta a perseguire gli obiettivi strategici e operativi, coerentemente al proprio ecosistema aziendale che, per definizione, sarà sempre diverso da caso a caso.
Buon Cloud a tutti …